Esiste un legame fra red flags e relazioni tossiche

Il termine “red flags” è recentemente entrato a far parte del linguaggio quotidiano della Gen Z, spopolando sui vari social attraverso video ironici e informativi. In particolare, si parla di “red flag” ogni volta in cui qualcuno assume degli atteggiamenti manipolativi, violenti o che potrebbero essere interpretati come possibili campanelli d’allarme. Ciò che non tutti sanno, però, è che la vera origine dell’idioma è da ricercarsi all’interno della grande tradizione navale e delle forze armate: già nel 1600 le bandiere rosse venivano utilizzate per segnalare che un esercito fosse pronto per entrare in battaglia, e dal secolo successivo il termine iniziò ad essere utilizzato per indicare dei possibili pericoli.

Tutt’oggi, quando andiamo in spiaggia in determinate circostanze, abbiamo la possibilità di osservare alcune bandiere rosse che vengono issate in caso di maltempo o mancanza di sicurezza. Allo stesso modo, se una determinata persona presenta delle red flags, allora significa che tende ad assumere dei comportamenti a cui bisogna prestare attenzione, soprattutto in una possibile relazione.

Alcune delle red flags più comuni

Individuare le red flags all’interno di una relazione non è sempre così scontato, perché il nostro giudizio tende ad essere facilmente offuscato dai sentimenti che si provano per il proprio partner; con il passare del tempo, ciò conduce allo sviluppo di dinamiche di coppia poco sane, che se normalizzate possono sfociare in una vera e propria relazione tossica.

Secondo Forbes Health, esistono 4 tipi principali di red flags:

Raccontare bugie di continuo, anche se piccole, è un segnale da non sottovalutare perché può rendere difficile lo sviluppo di una relazione consolidata e può indicare che il partner non si fa problemi a mentire (anche su cose più importanti)

Non poter uscire per conto proprio o con gli amici soltanto perché al partner non sta bene è un vero e proprio atto di controllo ed è un sintomo importante da non ignorare

Consiste nel ricevere attenzioni esagerate (regali costosi, messaggi d’amore che sono troppo) già all’inizio della relazione, che provocano un forte senso di disagio in chi le riceve

Accadono ogni volta in cui sentiamo l’obbligo di doverci limitare per rispettare le esigenze eccessive del partner

Oltre a queste red flags ve ne sono tante altre che, anche se prese singolarmente, possono dar vita ad un rapporto di profonda tossicità, come:

Stiamo abusando della parola “red flags”?

Ultimamente, scorrendo i reels di Instagram o i video di TikTok, potrebbe essere capitato di imbattersi in un nuovo format: quello di un’intervista in cui viene chiesto a delle persone comuni quali sono, per loro, le red flags peggiori che un partner può avere. La diffusione continua e quasi ossessiva dei trend social ha fatto sviluppare, però, un nuovo, ulteriore trend: semplificare la realtà abusando del termine “red flag”

Ad oggi, infatti, l’idea che alcuni possono avere è che ogni piccolo difetto di una persona può essere considerato una red flag, un campanello d’allarme per non frequentarla più. In realtà, ascoltare un determinato artista o avere come film preferito “Fight Club” o “American Psycho” non è una red flag: al massimo, stando agli ultimi slang, può essere considerata una beige flag, ovvero un comportamento non preoccupante che si trova a metà tra una red flag e una green flag (dove quest’ultima indica i comportamenti positivi ed encomiabili che può assumere una persona).

Tuttavia, l’eccessiva superficialità con cui spesso viene affrontato il tema delle red flags, accompagnata da una mancanza di approfondimento sulle conseguenze che determinati comportamenti possono avere, rischia di sviare il discorso dalla trappola principale in cui non è troppo difficile cadere: un amore tossico.

Red flags e relazioni tossiche

I recenti fatti di cronaca non lasciano dubbi sul fatto che i giovani della Gen Z siano tutt’altro che ignari riguardo le relazioni tossiche. Secondo alcuni studi svolti in America, la nostra generazione è quella che presenta, tra tutte, il maggior numero di relazioni tossiche. Sicuramente il dato non deve sorprenderci poiché, grazie ai recenti passi avanti in ambito della salute mentale, c’è una maggiore apertura e libertà riguardo i problemi che affliggono le coppie; allo stesso tempo, però, si evidenzia una forte mancanza di educazione sentimentale nei giovani. 

Spesso infatti, per compensare l’assenza di figure che educano sul tema, i giovani si affidano ai media che consumano. Ad esempio, il ruolo che le serie tv giocano nella rappresentazione delle relazioni tossiche non è sempre ottimale, e non serve guardare troppo lontano per individuare degli esempi: la glamourizzazione dell’amore tossico va sempre accompagnata da una riflessione più profonda, che nella maggior parte dei casi non è in grado di avvenire in maniera autonoma nei giovani. 

Ciò provoca una continua normalizzazione di determinati atteggiamenti che, alla lunga, sfociano in comportamenti violenti e pericolosi. È quindi di fondamentale importanza imparare a captare i primi segnali e a comunicare con qualcuno in maniera onesta i propri dubbi, perché il primo passo per riconoscere l’esistenza del problema è accettarlo, e da soli ciò non è sempre facile.

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