Ultima Generazione: “Il futuro sarà invivibile, per questo mi ribello”

La Redazione di Zeta è entrata in contatto con un membro di Ultima Generazione, che si autodefinisce “campagna di disobbedienza civile non violenta”. La lettera riguarda l’operato di Ultima Generazione e in particolar modo l’imbrattamento del Senato.

“Vi sconvolge di più della vernice lavabile su un palazzo o un futuro invivibile a causa della crisi climatica?”

Vi sconvolge di più della vernice lavabile su un palazzo o un futuro invivibile a causa della crisi climatica? Sono Bjork, ho 21 anni e ho partecipato a diverse azioni nonviolente di Ultima Generazione, tra cui l‘imbrattamento del vetro protettivo del quadro di Van Gogh a Roma e l’imbrattamento del Palazzo Madama, sede del Senato italiano. Fino a dieci minuti prima di uscire dalle ore di fermo identificativo in questura credevo di essere in arresto come l* tre ragazz* che poi hanno passato la notte in cella per uscire il giorno successivo.

Alla fine siccome avevo svolto un ruolo di supporto e non avendo fisicamente imbrattato il palazzo sono stata rilasciata, l* altr* hanno avuto la convalida dell’arresto in flagranza per danneggiamento aggravato (assurdo, il palazzo è stato pulito dopo neanche un giorno) e a maggio di quest’anno avranno il processo, in cui il Senato ha deciso di costituirsi parte civile. Quando ci hanno detto che stavano procedendo a convalidare il nostro arresto è stato come ricevere un pugno sullo stomaco e ho pianto la mezz’ora successiva. Fortunatamente sono trascorse diverse ore prima che le procedure fossero concluse quindi ho potuto stare con l* mi* compagn* di azione e tranquillizzarmi.

Come dicevo, sono stata rilasciata dopo dodici ore di fermo in questura. Lo rifarei? Sì. Lo rifarei anche con la consapevolezza di venire arrestata davvero? Assolutamente sì. La disobbedienza civile nonviolenta è l’unico modo che vedo per gridare l’allarme della crisi climatica e per fare pressione su uno Stato che non sta agendo per garantirci la vita, un atto assolutamente criminale. Siamo il sesto investitore di fondi pubblici in combustibili fossili e, per citare Antonio Guterres – segretario generale dell’ONU -, questa è “moralmente ed economicamente una follia”.

“Condannati a un futuro di morte”

Siamo governat* da persone che ci stanno condannando ad un futuro di morte, sofferenze, conflitti, fame e sete. Cos’è più pericoloso, questo o tre ragazz* che sporcano temporaneamente un palazzo? Ci restano pochissimi anni per invertire la rotta, due o tre secondo Sir. David King.

Non c’è più tempo per la sensibilizzazione, per aspettare di essere ascoltat*, per lasciare che accordi già presi dal nostro Stato continuino ad essere violati, l’unica soluzione è agire ora. Ho scelto di non collaborare al sistema che ci sta portando al collasso climatico e sociale, ho scelto di violare in maniera circoscritta delle leggi per rompere la quotidianità delle persone ed esprimere la mia paura e l’urgenza che chi ha il potere e il dovere di salvarci lo faccia, perché i governi stanno invece violando la legge più grande di tutte: la garanzia di avere una vita in futuro, di poter sopravvivere.

Rimanere passiva di fronte all’eventualità di non avere un piatto in tavola, vedere le persone che amo soffrire (come sta già accadendo a molte famiglie italiane, guardate cos’è successo nelle Marche e ad Ischia), per me vorrebbe dire suicidarmi. Ribellarmi all’ingiustizia che stiamo vivendo credo sia il mio unico dovere per non sentirmi terribilmente in colpa in futuro. E voi che leggete, non sentite l’esigenza di fare qualcosa? Volete davvero partecipare al suicidio collettivo in cui stiamo finendo?

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